Il CSV ASSO.VO.CE. ETS rinnova il proprio impegno sul tema dei beni comuni e dei beni confiscati. È online sul sito del Centro di Servizio per il volontariato della provincia di Caserta il report di ricerca “Beni confiscati, beni liberati, beni comuni” con l’aggiornamento della mappatura del patrimonio dei beni confiscati e dei beni immobili pubblici in provincia di Caserta.
I beni confiscati in provincia di Caserta
I beni confiscati destinati in Provincia di Caserta – secondo i dati diffusi dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – sono 870, con un aumento di 30 unità rispetto alla stima realizzata nel 2022 nell’ambito dell’Aggiornamento del Catalogo delle buone pratiche di riuso dei beni comuni e dei beni confiscati. A questi vanno aggiunti 665 immobili ancora in gestione dell’ANBSC, per un totale di 1535 beni distribuiti sull’intero territorio provinciale. Il riferimento, come noto, è alle particelle catastali confiscate e non a singole unità immobiliari.

La maggior parte dei beni confiscati destinati in provincia di Caserta sono stati trasferiti ai Comuni dove è ubicato l’immobile e perlopiù con finalità sociali. Su un totale di 871 beni destinati, 823 beni (circa il 94.5%) sono stati trasferiti al patrimonio dei Comuni della provincia di Caserta, nel 69% dei casi con finalità sociali.

I comuni con il più alto numero di beni confiscati (destinati e in gestione) rimangono Castel Volturno (con 218 unità immobiliari), Trentola Ducenta (205), Santa Maria la Fossa (129) e Casal di Principe (123). Le aree territoriali maggiormente interessate dal fenomeno rimangono l’Agro Aversano e il Litorale Domitio.
Migliora la trasparenza dei comuni rispetto agli immobili pubblici
Nel 2022 la percentuale dei Comuni casertani che aveva pubblicato sul proprio sito web l’elenco dei beni immobili appartenenti al patrimonio comunale era del 51% del totale (104 Comuni in Provincia di Caserta). A distanza di un anno tale percentuale appare leggermente aumentata (58,65%), indicando un lieve miglioramento del processo di trasparenza e comunicazione degli Enti locali alla cittadinanza riguardo la consistenza di tali risorse pubbliche.

Peggiora la trasparenza dei Comuni rispetto ai beni confiscati
In merito alla specifica categoria dei beni confiscati alla criminalità organizzata, il numero di Comuni che risulta aver reso disponibile sul proprio sito istituzionale l’elenco degli immobili in suo possesso appare addirittura diminuito rispetto alla precedente rilevazione, passando dal 26% al 16,34%, indicando una carente manutenzione dei sistemi informatici di comunicazione con la cittadinanza da parte degli Enti comunali.

Continuano ad essere carenti i dati sull’effettivo dei beni in Provincia di Caserta
Alla destinazione dei beni confiscati, non sempre corrisponde un reale utilizzo degli immobili. Se disponiamo di un certo numero di informazioni relative alla quantità di beni confiscati e alla loro destinazione, sono pressoché inesistenti o poco fruibili i dati istituzionali sulla verifica dell’effettivo utilizzo dei beni confiscati.
In 756 casi su 871 (pari all’86,89%) i dati sull’effettivo utilizzo dei beni confiscati sono del tutto assenti nella banca dati di OpenRegio, indicando una significativa problematica nelle procedure di monitoraggio e di gestione implicate nella riqualificazione del patrimonio pubblico considerato.

I regolamenti comunali relativi ai beni confiscati e i beni comuni in provincia di Caserta
Al 31 agosto 2023, in Provincia di Caserta, 13 Comuni su 104 hanno adottato un Regolamento relativo ai beni comuni sul modello del “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani” proposto da LABSUS – Laboratorio per la sussidiarietà. Sono invece solo 7 su 104 i Comuni che hanno adottato un regolamento comunale in materia di beni confiscati.
Se dal punto di vista giuridico non è previsto un obbligo per le amministrazioni comunali di predisporre un Regolamento in materia, quella di dotarsi di Regolamenti relativi ai beni confiscati e ai beni comuni è una buona prassi che aiuta a disciplinare un processo complesso come quello della destinazione e valorizzazione dei beni confiscati e dei beni comuni, anche al fine di favorire la partecipazione della cittadinanza.
Le Aziende confiscate in provincia di Caserta
Tema strettamente connesso ai beni confiscati e al riuso sociale è quello delle aziende sequestrate e confiscate. La re-immissione nel circuito dell’economia legale delle aziende confiscate alla criminalità organizzata o dei beni ad esse pertinenti, rappresenta oggi ancora una sfida dalle grandi potenzialità ma con pochi risultati tangibili. C’è di fatto che la maggior parte delle aziende confiscate giunge nella disponibilità dello Stato prive di reali capacità operative ed è, nella stragrande maggioranza dei casi, destinata alla liquidazione e chiusura con provvedimento dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC).
In provincia di Caserta su 80 aziende destinate 6 aziende sono destinate alla vendita e 74 alla liquidazione. Analizzando la progressione storica dei decreti di destinazione emerge che fino al 2000 sono state solo 5 le aziende destinate. Tale numero è leggermente cresciuto tra il 2001 e il 2010 (13 aziende destinate), ma il maggior numero di destinazioni è avvenuto negli anni 2011-2020 (50 aziende destinate). Nel 2023 fino ad agosto non sono avvenute destinazioni, mentre nei due anni precedenti (2021 e 2022) sono state destinate 12 aziende.

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